martedì 14 maggio 2013

100MILA POSTI DI LAVORO PER I GIOVANI. IL GOVERNO LANCIA IL PIANO OCCUPAZIONE-



ROMA - L’intenzione è quella di muoversi su due piani, distinti ma complementari. Uno interno che prevede anche la consultazione con le parti sociali. Il secondo internazionale, fatto di contatti e scambio di dossier con i partner europei. Unico l’obiettivo: lanciare un grande progetto per l’occupazione, a partire da quella giovanile. Con misure che possano coniugare flessibilità e occupabilità, comprendano incentivi alle assunzioni, un credito di imposta per i salari bassi, politiche attive nel mercato del lavoro più efficienti. Nella relazione consegnata dal ministro Enrico Giovannini al premier Letta c’è indicato anche un numero: centomila nuovi giovani assunti entro il 2013.

La data più importante sarà quella di fine giugno, quando a Bruxelles si terrà il Consiglio europeo. Sarà allora che il governo italiano capirà se davvero può avviare un poderoso piano per l’occupazione giovanile. Perché è inutile girarci intorno: senza soldi non è che poi si possa fare tanto. E di soldi nelle sole pieghe del bilancio italiano, con i vincoli che abbiamo, non ce ne sono. Bisogna assolutamente inventarsi qualcosa. 

LA PARTITA EUROPEA
Letta, Saccomanni e Giovannini un’idea ce l’hanno: convincere l’Europa a non conteggiare le risorse nazionali utilizzate per le misure a favore dell’occupazione giovanile nel rapporto deficit/pil che, come è noto, non deve superare il 3%. Sarà questa la richiesta principale che avanzerà il governo italiano. Se fosse accolta potrebbero essere reperiti anche 7-8 miliardi e allora sì che una serie di misure potrebbero vedere la luce. 

Per evitare di andare a sbattere contro un muro, da qui a fine giugno sarà intenso il lavoro istruttorio in collaborazione con altri Paesi dell’Unione, come noi molto sensibili all’argomento: Spagna e Francia in primo luogo. Che il Consiglio Europeo sarà una data cruciale lo dimostrano anche le notizie che arrivano dagli altri paesi: Berlino e Parigi hanno già in programma incontri tra i loro ministri del Lavoro; e così Madrid e Lisbona. 

Un’altra richiesta riguarderà il cosiddetto Youth Guarentee, il piano europeo già pensato a livello Ue proprio per favorire l’occupazionale giovanile. In ballo ci sono 6 miliardi da dividere tra tutti i Paesi Ue dal 2014 al 2020. L’Italia vorrebbe spingere per anticipare al 2013 l’avvio del piano. E dato che la cifra non è enorme sul tavolo ci sarà anche la richiesta della definizione dei requisiti per l’accesso alle risorse: i Paesi che hanno oltre il 25% dei loro under 25 alla disperata ricerca di un impiego, dovranno avere la precedenza. 

LA PARTITA ITALIANA
A breve dovrebbero essere collegialmente le parti sociali. Sul tavolo ci saranno le modifiche alla riforma Fornero. Si punterà a rendere i contratti a termine più fluidi (intervalli tra un rinnovo e l’altro più brevi, estensione della possibilità della ”acausalità”). Altro strumento che si vuole semplificare è l’apprendistato. Anche qualche aggiustamento sull’altra grande riforma targata Fornero, quella sulle pensioni, potrebbe aiutare a far scendere il tasso di disoccupazione: rendere il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione più flessibile può, ad esempio, far partire quel progetto di staffetta generazionale di cui si parla da tempo. Due le strade: part time tra lavoratori più anziani che fanno da tutor e più giovani alle prime esperienze; due neo occupati con contratti atipici per ogni pensionamento di un occupato anziano.

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